Dopo poco più di un mese dall’apertura aveva già raccolto 100 iscritti sul proprio portale. Poi ha vinto il Bando della Regione Emilia-Romagna per le CER. L’obiettivo? Fare la propria parte all’interno di un cambiamento generale: “Dobbiamo creare quella coscienza collettiva, quel cambio di mentalità che consente di approcciarsi al tema energetico in modo diverso e stiamo lavorando per questo” racconta Paolo Benfenati, uno dei fondatori.
Wevez è una società cooperativa bolognese, il cui progetto di sviluppo sarà da oggi sostenuto anche dal Fondo mutualistico di Legacoop, come socio finanziatore alla pari con il capitale che la cooperativa raccoglierà presso soci ordinari e altri soci finanziatori e contestualmente a un finanziamento di Banca Etica sia per gli investimenti che per il circolante.
WeVew, attraverso la CER, si propone di permettere a chiunque si associ di condividere energia rinnovabile. L’obiettivo è un risparmio immediato del 10-20% ma “il risparmio – racconta Benfenati – dipende anche dalle abitudini ed infatti stiamo lavorando anche su questo”. Strumento cardine per questo sarà un piccolo apparecchio che si collega alla rete domestica in wi-fi ed analizza le abitudini dell’utente.
I benefici economici generati permetteranno alla cooperativa di restituire i finanziamenti ottenuti per gli impianti e coprire i costi operativi della Comunità, ma non solo. In linea con i valori cooperativi WeVez guarda oltre: “Ho un sogno – spiega Benfenati – non solo sviluppare una grande comunità energetica ma fare in modo che le risorse generate dalla comunità attraverso l’energia vengano reimmesse in circolo nella comunità, ad esempio, sotto forma di cashback da usare nei negozi di prossimità”.
In gergo si chiama “impatto trasformativo sulla società”, che WeVez punta a massimizzare grazie alla messa in campo dei valori cooperativi. “Vogliamo dare – spiegano – particolare importanza alle persone a rischio povertà energetica. Vogliamo abilitare i cittadini, in particolare le fasce fragili, a diventare prosumer energetici, liberandoli dalle fluttuazioni dei costi dell’energia che minacciano la stabilità economica”.
Anche l’innovazione sarà ‘made in cooperazione’: “La nostra piattaforma – proseguono – si basa su un modello collaborativo, che coinvolge cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali che altrimenti non avrebbero la possibilità di investire in impianti di energia rinnovabile”. E non si pongono limiti alla crescita: “Ci proponiamo di coprire l’intera regione Emilia-Romagna, a partire dal territorio comunale e della città metropolitana di Bologna”.